#zattere - Episodio 8

LUTHER BLISSET "Q"

“Gelidi chiarori dell'alba. Scruto le corte onde increspate della laguna.

Isola di San Michele. Una chiesa, un chiostro, un cimitero. Si gioca la partita finale. Ogni indugio doveva essere rotto. Il vecchio battista, la lepre eretica, Tiziano, braccato. Il suo cacciatore a Venezia. I Giudei stretti in una morsa che porta dritti al patibolo.

 

Decenni di trame e assalti, tradimenti e ritirate, slanci e rimorsi, precipitano d'un colpo. Profeti e re di un unico tragico giorno; cardinali e papi e nuovi papi; banchieri, principi, mercanti e predicatori; letterati, pittori e spie e consiglieri e magnaccia. Dovunque, e per tutti, la stessa guerra.

 

Costoro, io tra essi, sono i più fortunati. Hanno avuto il privilegio di combatterla.

Pezzenti o nobili, bastardi o eroi, infami spie o cavalieri degli umili, sordidi mercenari o profeti di un tempo nuovo, essi hanno scelto il campo, abbracciato una fede, aizzato il fuoco della speranza e della vanità. Il campo è quello dove hanno trovato chi dilaniò le loro carni; la fede quella che li tradì nell'ultimo giorno; il fuoco, il rogo dove ancora ardono.

 

Elaborare un ultimo piano. Tentare la folle sortita.

Non resta molto da aspettare. Il campanile di San Michele svetta su tutta l'isola piatta, piantato contro le stelle che vanno sparendo a una a una. Brezza dal mare che ingobbisce sotto il mantello. L'attenzione è rapita da ogni cosa, da ogni dettaglio, chiede una tregua, dopo le lunghe notti insonni, con Joao al fianco. In lontananza, barche di pescatori che fanno ritorno, girando al largo per evitare le secche insidiose della bassa marea. I primi gabbiani si alzano in volo o stazionano sull'acqua calma.

 

All'orizzonte compare una barca, punta dritto sull'isola”.

 

 

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#carpi (#Modena)

 

ph: murale sul ponte di via Stalingrado, Bologna