#zattere - Episodio 5

JORGE LUIS BORGES "Il libro di sabbia"

“Qualche mese fa, verso sera, sentii bussare alla porta. Aprii ed entrò uno sconosciuto. Era un uomo alto, dai lineamenti indistinti. Forse era la mia miopia a vederli così. Tutto il suo aspetto lasciava trasparire una dignitosa povertà. Era vestito di grigio e aveva in mano una valigia grigia.

Intuii subito che era straniero. All'inizio mi parve vecchio. Poi mi resi conto che ero stato tratto in inganno dai suoi radi capelli biondi. Veniva dalle Isole Orcadi.

 

Dopo un attimo di silenzio, l'uomo tirò fuori un libro dalla valigia e lo posò sul tavolo. Era un volume in-ottavo, rilegato in tela, senza dubbio era passato per molte mani. Lo esaminai. Il suo peso insolito mi sorprese. Lo aprii a caso.

I caratteri mi erano sconosciuti. Le pagine, che mi parvero logore e povere dal punto di vista tipografico, erano stampate su due colonne, come una bibbia. Il testo era fitto e disposto in versetti. Negli angoli in alto comparivano cifre arabe.

 

Poi abbassò la voce come per confidarmi un segreto: 'L'ho acquistato in un villaggio della pianura'. Il proprietario non sapeva leggere, aggiunse, apparteneva alla casta più bassa, la gente non poteva calpestare la sua ombra senza contaminarsi. 'Mi disse che il suo libro si chiamava 'Il libro di sabbia' perché né il libro, né la sabbia hanno principio o fine'. Mi invitò a cercare la prima pagina. Appoggiai la mano sul frontespizio e aprii il volume con il pollice quasi attaccato all'indice. Fu tutto inutile. Tra il frontespizio e la mano c'erano sempre varie pagine. Era come se spuntassero dal libro. 'Ora cerchi la fine'. Fu un nuovo fallimento. Riuscii a stento a balbettare con una voce che non era la mia: 'Non può essere!'. Sempre sottovoce il venditore di bibbie mi disse: 'Nessuna è la prima, nessuna l'ultima'.

 

Poi, come se pensasse a voce alta: 'Se lo spazio è infinito, siamo in qualunque punto dello spazio. Se il tempo è infinito, siamo in qualunque punto del tempo'.

 

 

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