#zattere - Episodio 1 

JOSEPH CONRAD "Youth"

“Fu una notte serena. Il giorno dopo, ero di guardia dalle 8 alle 12. A colazione il capitano osservò: “E'

strano che rimanga questa puzza in saletta”.

Verso le dieci, scesi giù per un momento sul ponte di coperta. A poppavia dell'albero maestro c'era il banco del carpentiere, un ragazzo che mi si avvicinò per parlare. Io mi ero appoggiato lì a fumare la pipa.

E successe una cosa assurda, ebbi una specie di allucinazione.

 

Mi sembrava improvvisamente di essere in cielo, boh. Nessun dubbio: ero in aria, e il mio corpo stava descrivendo una breve parabola.

Breve, sì, ma, a quanto ricordo, ebbi il tempo di pensare a varie cose, in quest'ordine: “Non può essere stato il carpentiere. Che succede? Un incidente. Un vulcano sottomarino? Carbone, gas! Per Giove, è stato uno scoppio. Sono tutti morti. Sto cadendo nel boccaporto di poppa. C'è del fuoco”. La polvere di carbone, sospesa nella stiva, si era accesa e aveva provocato l'esplosione.

 

Mi ritrovai completamente disteso sul carico. Mi tirai su e uscii arrampicandomi. Il ponte sembrava un bosco in frantumi dopo un uragano. Mahon fu il primo che incontrai: aveva gli occhi sbarrati, la bocca spalancata, i capelli dritti in testa come un'aureola d'argento. Io lo guardavo con incredulità, e lui guardava me in modo strano, con curiosità e smarrimento.

Ero meravigliato che galleggiassimo ancora, che il ponte di poppa fosse intatto e, soprattutto, che qualcuno fosse vivo. Anche il bel tempo e la calma del mare erano davvero sorprendenti...ma passatemi da bere”.

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Joseph Conrad

"Youth"

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