ARITMIE ultimo episodio (38)

Kendrick Lamar

Dualismo e libertà: ovvero essere contemporaneamente lo schiavo per eccellenza e il dominatore della scena: questo sono sia Kendrik Lamar sia il personaggio del suo brano, King Kunta. Da un lato il giovane rapper che dalla miseria ha preso il volo e dall'altro lo schiavo nero archetipico Kunta Kinte al quale è stato tagliato un piede per non lasciarlo scappare dalla piantagione.

La critica è feroce e bilaterale: da un lato alle attuali declinazioni di schiavismo e segregazionismi vari, dall'altro alla circostante atmosfera completamente satura di manovre di delegittimazione e normalizzazione verso chi ha qualcosa da dire. Quando un'idea si fa largo oltre le linee di controllo e riesce a varcarne il limite, il sistema tenta di riinglobarla a costo di distruggerla completamente. In questo sistema schiavista profondamente radicato saranno proprio gli schiavi a fermare il fuggitivo, a fermare uno di loro. Parafrasando il testo del brano di oggi si può dire che la gente vorrebbe proprio tagliarti un piede per poter dire a sé stessa che alla fine nemmeno tu ce l'hai fatta. Contro tutto questo è necessario resistere, consci della direzione in cui si corre, ma ancora di più del proprio punto di partenza.

 

Abbiamo scelto Kendrik Lamar col suo album To Pimp a Butterfly per chiudere Aritmie poiché ci ricorda alcuni punti fondamentali, sia per l'evolvere della nostra rubrica, sia come scelte di vita e di esistenza.

 

Nel susseguirsi cadenzato e reiterante di mode, stilemi, codici e pattern sempre uguali a sé stessi, nel flusso capitalista della produzione in serie, talvolta si incontrano artisti che spezzano l'andamento, artisti coraggiosi che non cedono a nessun compromesso e che usano i propri strumenti fuori dagli schemi: aritmie. In un periodo storico che fa sempre più rima con appiattimento, opere del genere si stagliano come fuochi nella notte; queste perle così luminose prendono vita da atti inequivocabili di generosità gratuita e senza ego. La musica, la vita, la politica, la scienza e la coscienza diventano una cosa sola e si producono in dischi memorabili. Opere disallineate che resteranno tali. Opere che continueranno a non farsi inglobare da un tutto uniforme e sempre uguale a sé stesso, opere che sfidano i propri tempi, che sfidano il passato e che continueranno a sfidare ogni presente che le contenga. Si fa della musica una azione di resistenza, di memoria, di critica e di amore verso la libertà. L'arte rimane e così i suoi messaggi: vivere e resistere.

 

Al termine di questa avventura musicale nella nostra contemporaneità, speriamo che in queste trentotto settimane le nostre piccole proposte abbiano suscitato interesse, curiosità, piacere... o anche solo che vi abbiano spostati per tre o quattro minuti dal ritmo cadenzato delle vostre giornate.

 

Grazie a tutti.

 

G.